Sul'edizione del Sole 24 ore di oggi, a pag. 8, è pubblicato un intervento di Alfredo Ricciardi, Segretario Nazionale dell'Unione Nazionale Segretari comunali e provinciali.
Alcuni passi dell'articolo del Segretario Nazionale:
"L'idea che un dirigente apicale, cioè il vertice dirigenziale dell'intera struttura organizzativa, debba scegliere se occuparsi di legalità o di efficienza è una cosa che va oltre la mia, evidentemente limitata, capacità di comprensione. Va oltre, perché mi domando: ma che dirigente apicale sarebbe quello che si occupasse solo dell'efficienza dell'azione della macchina comunale e si disinteressasse, o peggio ancora fosse irresponsabile, della sua legittimità? Ed egualmente: ma che vertice sarebbe quello che si limitasse a verificare che l'attività sia legale, senza magari appurare se nel frattempo quell'attività porti il bilancio del Comune alla bancarotta?
A me pare evidente, se non lapalissiano, che un vertice dirigenziale deve padroneggiare, governare e coniugare tutte le esigenze di fondo della Pubblica amministrazione che presidia, e deve esserne il responsabile." [...]
"E da qui si va a toccare un altro tema delicato, che vale per i segretari e per tutta la dirigenza pubblica apicale: l'imparzialità. Perché corriamo il rischio di cadere in un altro equivoco dannoso, che occorre rifiutare con forza, e cioè l'idea che un alto manager pubblico chiamato ad attuare l'azione di governo può non essere imparziale, non rispettare la legalità. Va respinta e combattuta l'idea che la dirigenza di vertice non sia e non debba essere imparziale e che l'imparzialità non sia anche lealtà verso l'istituzione democraticamente eletta".[...]
"Se tutto questo è vero, allora auspico che si voglia dare a questo Paese, e ai suoi Comuni, una dirigenza apicale che sia più competente di prima e non meno, che sia più imparziale di prima e non meno, che sia scelta più per merito e meno per vicinanza politica, che non sia sotto ricatto della politica pur essendo leale alle istituzioni e che non sia reclutata nel ruolo o albo che dir si voglia per chiamata diretta, ma per concorsi e corsi di specializzazione del massimo rigore possibile. Perché è da questo che si capirà se questa rivoluzione vuole davvero migliorare la dirigenza pubblica o se invece vuole semplicemente metterci le mani sopra. I segretari nel primo caso ci stanno, nel secondo un po' meno".
Qui l'articolo integrale.
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