Il Presidente dell'U.N.S.C.P. - Unione del Lazio - G. Battista Di Rollo rispondendo all'invito del Presidente Renzi e del Ministro Madia ha inviato una nota, all'indirizzo mail rivoluzione@gov.it, in merito alla proposta di abolizione della figura del Segretario comunale.
Riporto di seguito il testo integrale della lettera:
"Sig. Presidente del Consiglio,
grazie per il cambiamento radicale, direi violento. Questa impostazione è sorprendente. Nella lettera ai lavoratori della pubblica amministrazione si comunica di voler iniziare il cambiamento dalle persone e si colpisce, abolendola, la Categoria di pubblici dipendenti che più sono cambiati negli ultimi diciassette anni. Essi, infatti, hanno visto modificato sostanzialmente più volte il loro status giuridico, sono stati sottoposti ad uno spoyl sistem selvaggio, spesso immotivato, mai frutto di valutazione del merito e delle capacità professionali. E tuttavia non sono mancate le opportunità di formazione e crescita professionale che, fin quando la scuola superiore della pubblica amministrazione locale ha funzionato, hanno consentito ai Segretari comunali e provinciali di essere sempre più aggiornati e pronti a costituire la categoria di pubblici funzionari, al servizio delle autonomie locali e dei cittadini, in grado di svolgere il ruolo di direzione unica dell’Ente Locale.
Non so con chi Lei sostituirà i Segretari comunali e la loro specifica professionalità. Faccio questo lavoro da oltre venti anni, ho lavorato in diversi comuni, collaborato con molti sindaci. Francamente non riesco ad immaginare gli enti locali senza i segretari comunali. In questa Sua scelta non vedo nulla di positivo per la nostra pubblica amministrazione, né per gli amministratori locali. Non una novità capace di dare maggiore qualità alla attività delle Amministrazioni, non l’avvio di un processo di ammodernamento capace di dare maggiore efficacia ed efficienza.
Lei ha deciso di disperdere un rilevante e specifico patrimonio di esperienze e di professionalità, di lavoro svolto al servizio delle amministrazioni comunali senza porre problemi di disponibilità o di orari. Mi riferisco su tale punto, in particolare, alle Colleghe che sono donne speciali, che svolgono questo lavoro con passione coniugandolo, con estremo sacrificio, con gli impegni familiari.
La sua scelta appare avventata, frutto di non si sa quale analisi dei bisogni dei cittadini e delle amministrazioni locali. Insomma non si può manifestare in un documento così importante la volontà di abolire la nostra Categoria senza elencarne le motivazioni. Infatti, poiché la riforma della p.a. non viene fatta per motivi di spending review, come Lei ha detto nella sua conferenza stampa, allora bisogna spiegare per quale motivo si intende fare un’operazione che umilia circa 3.500 lavoratori.
Voglio chiudere questa lettera con tre considerazioni:
1. Non Le perdonerò mai il senso di sorpresa, di disagio ed, istintivamente, anche di paura che ho notato negli sguardi dei miei tre figli quando ho loro spiegato che forse dovremo affrontare delle novità anche nella nostra vita familiare, perché cambieranno le mie condizioni lavorative.
2. Si ricordi che la funzione più importate che storicamente la nostra Categoria ha svolto è stata quella di consentire anche alla persona più semplice, quella con minori strumenti, di svolgere la propria funzione di Amministratore locale. Si ricordi Sig. Presidente che i Segretari comunali sono stati, prima di tutto, i facilitatori dell’esercizio del diritto di governare conferito dai cittadini e, quindi, dell’esercizio effettivo della democrazia nel Governo locale.
3. Da anni ed anni si parla di riforma del Testo Unico sull'Ordinamento degli Enti Locali. I Segretari Comunali hanno sempre ritenuto necessaria una riforma approfondita ed organica del Testo Unico, in modo da dotare le Autonomie Locali di un ordinamento giuridico complessivo e coerente che le ponga effettivamente al servizio dei cittadini. Invece si sono registrati solo interventi parziali, estemporanei e, sicuramente, non organici come da ultimo la stessa Legge n. 56/2014. Avvii questo processo, favorisca un dibattito che entro termini certi si concluda con l’approvazione di un nuovo ordinamento delle Autonomie Locali, rivisitando in tale ambito anche la figura del Segretario Comunale. Se Lei seguirà questa soluzione la Sua opera sarà considerata come quella propria di uno Statista altrimenti, mi scusi, ma Lei apparirà ai più come un qualsiasi sindaco di Lodi".
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